Sinéad O'Connor

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Re: Sinéad O'Connor

Messaggio da Hermes® »

Silver, di Michele posso darti solo questa, è l'unica cosa che ho
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Re: Sinéad O'Connor

Messaggio da Silver Surfer »

Grazie Giancarlo,
Proverò a contattarlo.

p.s. stasera ho visto un concerto del gruppo storico di Fabrizio De Andrè: bravissimi, strabiliante Ellade Bandini il batterista 77 anni compiuti.
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Re: Sinéad O'Connor

Messaggio da Silver Surfer »

Nel momento che cercai di capire se Sinéd O'Connor fosse o meno maggiorenne quando la vidi quel famoso capodanno, notai con stupore che era nata lo stesso giorno dello stesso mese del mio amore platonico: quella data deve significare qualcosa di profondo per me.
A riguardo della mia dolcissima ossessione carpigiana:
come si può essere perdutamente innamorato di una femmina da 43 anni e farsi una vita senza?
Io può!
Non dico che sia facile, soprattutto se la femmina di cui sei innamorato, è la donna dei tuoi sogni.
Io non so perché, circa a 15 anni, ha cominciato ad apparirmi in sogno, senza mai parlarmi, questa ragazzina, che al massimo mi sorrideva.
Per quattro anni circa è cresciuta nei miei sogni assieme a me, supponevo fosse una mia coetanea, ma non parlando mai, non ero certo, neppure che fosse italiana.
Poi quando avevo 19 anni, mi appare un sabato sera, al Picchio Rosso, assieme a tre amiche, tutta vestita di bianco, semplicemente stupenda, e si siede proprio di fronte a me, che ero in piedi appoggiato di schiena al bancone del bar, opposto all'ingresso della discoteca
Quello era praticamente il posto dove tutti e tutte potevano incontrarmi, dove io studente universitario, trascorrevo le notti a conoscere nuove ragazze, da fidelizzare al locale.
Non credevo ai miei occhi, era bella come la sognavo e identica nei minimi dettagli: la guardavo sorridere, e sorrideva allo stesso modo che io già conoscevo.
Probabilmente prima di lei, le sue amiche si sono accorte che la stavo fissando, e mi facevano dei gesti, come per dirmi di smetterla: io senza neppure degnarle di uno sguardo laterale, sono andato davanti a lei, ho detto alla sua amica seduta al suo fianco di farmi posto, cortesemente, che dovevo assolutamente parlare con lei, ma senza guardarla, io fissavo solo lei, la ragazza dei miei sogni, che bontà sua, ha fatto cenno all'amica che poteva spostarsi, e io mi sono seduto accanto a quella, che mi pareva una dea scesa per me sulla Terra.
Esordisco dicendole semplicemente, che se mi avesse detto come si chiamava, io avrei potuto finalmente dare un nome alla donna dei miei sogni.
Ho fatto di meglio con altre ragazze ne ero consapevole, ma era la sacrosanta verità, e lei mi ha detto che si chiamava Mara.
Ho capito dalla sua mimica facciale, che ha pensato che quella da me pronunciata fosse una frase standard del mio repertorio.
Le ho esclamato allora, sempre guardandola occhi negli occhi
Lo sai vero Mara, che sarai tu la madre dei miei figli?
Lei
Non hai solo lo sguardo da pazzo, tu sei pazzo!
Risposi che certo ero pazzo, ero pazzo di lei.... che aspettavo da anni.
Avendomi fatto sedere accanto, aveva praticamente azzerato le sue difese, e non mi feci scappare questo vantaggio.
Ero considerato un professionista dell'abbordaggio volante in discoteca, riuscivo a conoscere ragazze, anche se mi sfanculavano direttamente, mediante strategie alternative, che in questo caso non dovetti neppure adottare.
Così giovane, già mi davano da gestire gli ingressi omaggio donne per tutte le serate, e il venerdì, il mercoledì e soprattutto la domenica sera, il target femminile era decisamente più anziano di me, anche di cinque/otto anni, ma io lo gestivo ugualmente: avevo il giusto distacco dalle venticinquenni ma ero, adesso, praticamente in balia di una diciottenne.
Certo, anche lei, trovarsi davanti uno come me, che si muoveva in quei posti come fosse in casa propria, doveva provare un certo impatto emotivo, considerando pure che era una ragazzina al primo ingresso in quella mega-discoteca :-D
Ma si difese con ordine e precisione: l'ammiravo anche per la sua calma dei forti.
Mi ha spiegato che aveva appena compiuto 18 anni, che stava facendo l'ultimo anno di ragioneria e che aveva quindi l'esame di maturità a fine annata.
Il padre e la madre, aggiungerei anche quel rompicoglioni del fratello, le impedivano di uscire se non al sabato e la domenica con le sue fidate amiche.
Quindi mi ricordai che lei era in compagnia, dissi alle sue amiche che qui le ragazze entravano per due motivi: ballare o conoscere ragazzi, Mara stava conoscendo il non plus ultra dei ragazzi, loro cosa volevano fare? Perché a secondi, ci sarebbe stata una sequenza di pezzi che erano il top della serata.
Ho visto che Mara faceva cenno loro che io ero pazzo, con l'indice a picchiettare la fronte, le amiche andarono in pista a ballare, però lei rimase a parlare con me.
Era una con la testa sulle spalle, le chiesi il numero di telefono, dicendole che non avrei potuto prendere sonno senza prima darle la buonanotte.
Lei me lo disse e aveva il prefisso 059, le chiesi se era di Modena, peggio ancora era di Carpi, a 45 chilometri abbondanti da casa mia: pensai che poteva essere di Helsinki e sarebbe stato peggio.
Mi aggiunse che era perfettamente inutile che io tentassi di telefonarle, perché avrebbero risposto o suo padre o suo fratello, e sentendo una voce maschile avrebbero risposto che lei o non era in casa o non poteva rispondere.
Le ho chiesto se per caso vivesse segregata, e lei mi disse che era una famiglia molto rigida e nulla piu, che per il padre e il fratello maggiore lei era poco piu di una bambina.
Altro che bambina: aveva già tutto quello che poteva attrarmi in una donna, e in maniera sublime.
Alla fine l'ho salutata accompagnandola fino alla macchina delle amiche: ho detto loro che per i biglietti omaggio non era piu un problema, che ci avrei pensato io per tutte, e a Mara ho detto che non vedevo l'ora che venisse sabato sera prossimo, per rivederla.
Lei mi ha solo detto, che non sapeva dove sarebbe andata quel sabato; ma i suoi occhi mi dicevano altro, che anche lei avrebbe aspettato con impazienza di rivedermi!
Tutti i sabati seguenti venne, e sempre al bar dove io stazionavo, e sempre per tutta la serata, seduta accanto a me.
Certo mi venivano a salutare un sacco di ragazze, e vedevo che a lei questa cosa non piaceva, ma cosa potevo farci, se dicevo loro di non disturbarmi, venivano ancora in numero maggiore per farmi un dispetto!
Le avevo troppo viziate: entravano gratis merito mio e venivano a farmi vedere che erano presenti, era nei nostri patti impliciti, non era nei patti che lo facessero se io parlavo con un altra ragazza!
Avendo constatato che il sabato sera, quella ragazzina mora catalizzava completamente la mia attenzione, le bastarde venivano a scocciarmi con pretesti assurdi.
Al lunedì successivo al primo incontro le telefonai: rispose il fratello che mi fece un terzo grado, insisteva che sua sorella era troppo giovane, mi disse anche (scadendo veramente in basso, che piu in basso non si può) che era vergine, io gli dissi che non capivo come potesse essere suo fratello, con quello che mi aveva appena detto, che sua sorella era già maggiorenne, meravigliosa e sagittario, che se non mi passava Mara, perdeva solo tempo e rischiava di crearsi un cognato ostile e di non essere neppure invitato al nostro futuro matrimonio. :roll:
Incredibile superai lo sbarramento famigliare, probabilmente si sarà spaventato e avrà pensato che ero un pazzo pericoloso in libertà, anche lei rimase basita, mi chiese cosa avessi detto mai a suo fratello per farmela passare.
Parlavamo per ore intere, non mi stancavo mai di sentire la sua voce, poi o il padre o la madre la obbligavano a liberare la linea e ci risentivamo poi, giorni dopo.
Qualche domenica uscimmo insieme, sfruttando qualche sua amica che passava a prenderla e poi si dileguava, lei stava bene con me, io nemmeno a parlarne, ma si riteneva troppo giovane per fidanzarsi.
Un duro colpo per me, lei era la donna dei sogni, non avrei mai potuto trovare di meglio.
Reagii molto male, lei forse pensava, avendomi conosciuto nel Picchio Rosso, che troppe ragazze dimostravano grande confidenza con me lì dentro, che sarebbe stata quella del sabato ma che ci fosse pure quella del mercoledì e/o quella del venerdì.
Io pensavo sempre e solo a lei.
Le ho detto, ma era passato diverso tempo, che non avevo chiesto il rinvio per il militare, che quindi sarei sparito per un anno intero, che avrei tentato di scordarla e comunque le diedi appuntamento nel 1986, 5 anni dopo, che lei avrebbe allora valutato se era pronta per mettersi con me.
Ho capito che non credeva ancora del tutto a quello che le dicevo.
Nel 1986 ero ancora in coppia con Emanuela ma nel 1988 ci siamo rincontrati, lei conosceva tutti i posti che frequentavo prima della discoteca, si fece trovare con altre amiche, e siamo tornati ad uscire, anche se in maniera meno frequente: era molto focalizzata sul lavoro, però cominciava a prendere coscienza, che io non ero quel tipo strampalato che le ero sembrato da giovincello, ero davvero coinvolto da lei.
Forse avrà pure letto qualcuna delle poesie che le avevo scritto, e nascosto nella sua macchina.
Ma non è bastato ancora.
Sempre troppe donne mi giravano intorno, come poi se fosse colpa mia!
Ci siamo visti fino al 1991, in quella famosa festa di compleanno dei miei trenta, in cui mi vide arrivare assieme ad una diciottenne in minigonna, era una mia giovanissima compaesana e nulla piu, ero davvero stanco di giustificare tutto, lo sapeva che dove c'ero io c'erano sicuramente donne intorno, era il mio modus vivendi, ma sapeva pure che in sua presenza, la mia attenzione era solo ed esclusivamente per lei, e allora mi aveva promesso che se libera sentimentalmente a 30 anni..... avrebbe ceduto, finalmente, alle mie avances.
Me lo feci giurare!
Compiva quell'età nel dicembre del 1992, io ero già con la coinquilina, anche se sarei bugiardo se negassi che ci pensai tanto in quei giorni, se cercarla o meno.
Non lo feci, non sapevo se era accompagnata o peggio, adesso so che non si è mai sposata, ma poco altro: è sempre bellissima, perché me lo conferma un suo collega di lavoro che conosco, perché cugino della coinquilina.
Non avevo dubbi, lei è stato, è, sarà, il mio amore definitivo: quindi l'amore platonico, intoccabile, perfetto; nel quale potersi sempre rifugiare.
Mi immagino d'incontrarla in una casa di riposo per anziani ..... e chiederle se finalmente si sentisse pronta per stare con me!
Se mi dicesse di si, mi crollerebbe tutto l'impianto amoroso costruito in decenni, ma non succederà.
So perfettamente che se avesse voluto avrebbe avuto diverse occasioni e non le ha mai colte, sempre con mille scuse diverse: mi ha sempre voluto come amico/amante e non come fidanzato.
Abbreviamo: fesso e non fisso frtbtrb

P.S: A questa talpa che ho sul suo ambiente di lavoro, ho chiesto che mi faccia una foto a chi di dovere e me la invii con la massima urgenza.

P.P.S. Le nuove bariste cinesi sono carine ma Lulù, che mi toccava vedere ogni santo giorno, era così
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visto che bel gattino? E dove appoggia le zampe?
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Re: Sinéad O'Connor

Messaggio da Silver Surfer »

Vorrei fare a tutti gli auguri di un Felice anno Nuovo.

Già per me è dolorosissimo guardarla e non toccarla, ma posto un'immagine di Brivido Nero di adesso, ha 62 anni e 4 mesi..... per farvi solo intuire, cosa poteva essere a 22 quando vivevamo in simbiosi, e a Sassuolo eravamo sulla bocca di tutti.
I miei amici all'epoca, mi chiedevano che segreti avessi per frequentare sempre donne bellissime, e io dicevo loro che usavo tre semplici accorgimenti infallibili: droga, ipnosi e gentilezza frtbtrb
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Recentemente ho scritto, come fosse una favoletta, vista l'età del protagonista, il mio vero primo incontro che ebbi con la piccolissima brividino nero (14 agosto 1962, lei compiva quel giorno un anno), rifacendomi al resoconto dettagliato che mi fece sua mamma..... a lei non dissi nulla, pensando che se sua madre aveva sentito il bisogno di rammentarmelo con dovizia di particolari, certamente l'aveva già riportato alla sua primogenita. E invece lei era all'oscuro di tutto, e leggendo il mio racconto, ovviamente si è commossa.
Le ho ricordato che comunque in entrambi i nostri primi incontri, fu sempre lei a mettermi le mani addosso per prima!

Questi i fatti veri accaduti, tratti dalla mia biografia ufficiale
Di quell'abbraccio al mare con la piccolina che più mora non si può, ho scritto il mio ricordo di piccolino biondo, me lo fece riaffiorare con vigore nella memoria, la mamma della piccolina: erano passati circa 21 anni, e la morettina che cresceva piena di grazia era diventata una ragazza che ora straripava di grazia: la mia primissima morosa, (mentre lei ne aveva già avuti diversi).
Tutte le altre che conobbi in precedenza, anche la ragazzina dei miei sogni, si erano ben guardate dal farmi entrare in casa loro o presentarmi ai rispettivi genitori.
La mamma della ragazza mora, con la quale mi rapportavo praticamente con dei semplici
"buon giorno signora" e "buona sera signora", vedendomi da solo, la figlia si stava evidentemente preparando per uscire, ne approfittò mi avvicinò e mi chiese:
"Luigi posso farti delle domande?"
Risposi leggermente stupito
"Mi chieda pure tutto quello che vuole, signora"
Lei:
"Ma tu sei figlio di Fausto?"
Io:
"Si, mio padre si chiama proprio così"
Lei di seguito:
"Ma lo sai che io e lui da bambini giocavamo sempre assieme, nel cortile dove abitavano le nostre famiglie, a S.Venanzio sopra Maranello."
Rispondo:
"Non sapevo neppure che mio padre avesse vissuto a S. Venanzio, ma glie lo saluterò certamente."
Lei rincalzandomi:
"Ma scusa, da piccolino tu eri biondissimo? E in che anno sei nato, se posso?"
Rispondo sicuro:
"Si ero biondo quasi bianco (facendole vedere una ciocca di capelli biondissimi che mi era rimasta sopra l'orecchio sinistro, ma che lei aveva già notato) e sono dell'aprile del 1961."
Lei allora mi dice:
"Mi son sempre chiesta che fine avesse mai fatto quel bambinetto ..... e adesso me lo ritrovo in casa mia, grande e grosso"
E mi raccontò di quell'abbraccio in spiaggia, tra me e sua figlia, dell'agosto 1962, dove poi dovettero separarci.
Io allora:
"Signora io mi ricordo di quell'abbraccio, vedo la scena davanti ai miei occhi come fosse ora, e le aggiungo che siamo pure caduti sulla sabbia tenendoci sempre stretti e sorridenti"
Lei concluse laconicamente:
"Ma non puoi ricordartene, eri davvero troppo piccolo, te lo avranno raccontato, per forza, i tuoi genitori"
Non replicai, ero sicuro dei miei ricordi, come ero al contempo certo della razionalità della sua conclusione: non volevo farle subito credere, che sua figlia si fosse messa con un perfetto deficiente.
Questa favoletta esplica come li ho visti, quegli accadimenti, dal mio punto di vista.
C'era una volta, sulla battigia della riviera romagnola, un bimbo biondo che più biondo non si può, piccolino: per la precisione aveva 1 anni 4 mesi e 3 giorni.
Passava l'estate scavando con la sua paletta, buche nella sabbia, dove immaginava avrebbe intrappolato qualche adulto.
Lui odiava tutti gli adulti, che si rivolgevano a lui parlandogli come se fosse un ritardato mentale, storpiandogli scandendo e sillabandogli le parole: pensava fossero dei trogloditi e per giunta erano grandi e grossi, mica che mangiavano i bambini?
Era la vigilia di Ferragosto, i suoi genitori incontrarono un'altra coppia di adulti: suo padre conosceva la madre della piccolina dell'altra coppia, una bambina mora che più mora non si può.
Al bambino gli venne detto da tutti gli adulti, di dare un bacio alla piccolina che proprio quel giorno festeggiava il suo primo compleanno.
Era una bimba molto carina, pure in topless e sorridente; il bimbo gettò la paletta e le si avvicinò per darle un bacino, lei lo strinse in un bell'abbraccio, e quel contatto non sembrò per nulla male al piccolino, anzi, e anche lui la strinse tra le sue braccia.
In fondo non era un'adulta e poi non le avrebbe mai dato più di 10/11 mesi, stava crescendo davvero piena di grazia.
Quell'abbraccio tra il biondino e la morettina attirò l'attenzione di tutta la gente che passava: erano diventati i protagonisti di quel lembo di spiaggia.
I genitori dissero ai piccoli che poteva bastare, che dovevano separarsi, ma loro si tenevano stretti ancora più forte: cosa ne sapevano gli adulti del tempo giusto di un abbraccio?
Ma si sa che gli adulti alla fine vincono sempre, e li separarono, lasciandoli entrambi delusi e piangenti.
I genitori del bambino dovevano rientrare a casa per Ferragosto, cosa assurda, visto che quel giorno a casa non ci rimane nessuno.
Quel biondino, negli anni a seguire, cercò disperatamente, di fare amicizia con tutte le bambine more che incontrava, per riprovare quel magico abbraccio; ma inutilmente, non provava la sensazione di calore di quel primo contatto.
Gli anni di susseguirono e il tempo cicatrizza le ferite attutisce i ricordi, anche se lui, attingeva ogni giorno in maniera esagerata, al fanciullino che era il lui.
Il destino sa essere molto dispettoso ma anche magnanimo: fece rincontrare il bambino biondo e la bambina mora, anche se loro non si riconobbero: erano diventati grandi, e di biondo a lui era rimasto solo una piccola ciocca di capelli.
Venne riconosciuto, da quel piccolo particolare, dalle madre di lei, che le narrò, quella favoletta dell'estate ormai lontana del 1962 ..... che lui rammentava bene, ma non aveva collegato alla figlia della signora; per tutta risposta, abbracciò appena la rivide, la ragazza ormai fattasi donna, che rimase sorpresa e lo sarebbe stata ancora di più, se avesse potuto guardarlo in viso, e notare la lacrima furtiva che gli rigava il volto: era tutto vero, sentiva un calore, una vibrazione, un brivido, qualcosa di inspiegabile, che il suo corpo aveva memorizzato nello scrigno segreto della memoria.
Aveva ritrovato quella bambina mora che più mora non si può.
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