IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

L'amore per la lettura non può che generare amore per lo scrivere
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Darkman
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Iscritto il: marzo 28, 2009, 11:04 pm

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Messaggio da Darkman »

Domani inizia il primo giorno di scuola per mia figlia…l’ultimo essendo iscritta al terzo liceo.
E’ una strana sensazione, lei è solo in pensiero per gli esami di maturità, io sono perso in tanti ricordi.
Sono stato per anni fuori a lavorare e dei miei figli i primi anni li ho persi quasi tutti, solo di mia figlia ricordo quando la dovetti accompagnare io alla seconda elementare.
Mi sentivo io più emozionato di lei cui non pesava l’assenza della mamma (con me si sentiva egualmente tranquilla) impossibilitata ad esserci per improrogabili motivi di lavoro. Attesi con lei la chiamata e la sistemai al suo banco, appesi il giubbottino, un bacio sulla guancia e me ne andai sentendomi più solo.
Ancora oggi, sentendo il profumo delle matite e della carta, rivivo le emozioni di quando andavo a scuola…eppure ho la mia età: non cresco mai o sono ancora bambino dentro?
Noi iniziavamo il primo Ottobre e lo sentivamo come un gran giorno, tuttora mi sembra innaturale iniziare a settembre col sole afoso fuori. Io ho amato la scuola, i miei studi, i miei compagni e le mie maestre: un periodo della mia vita indelebile quanto bellissimo: i sussidiari erano pozzi di scienza e mi preparavano più degnamente di tanti libri di oggi e i libri di lettura erano scrigni di sogni e favole.

Eppure….io personalmente ho un triste ricordo del mio primo giorno di scuola. Questo non ha impedito di rialzarmi e andare avanti.

Mia madre era convinta che un istituto religioso condotte da suore sarebbe stato il top per me, mio padre non era tanto convinto ma l’educazione scolastica era privilegio esclusivo di mia madre essendo anche maestra diplomata.

Era un edificio al centro della città (l'attuale sede della Caritas), io ero abituato alla mia ariosa periferia e ai miei amici, mi trovai davvero spaesato e spaventato da quella grande statua di crocifisso appena varccai la soglia, dall’abito nero delle sorelle che gridavano per metterci in fila, tutti i bambini si conoscevano tra di loro.

Mi sedetti da solo al mio banco, nell’attesa presi una matita e rigiravo la punta sul piano rigandolo: ero soprappensiero e triste, non mi resi conto che non dovevo farlo. Uno schiaffo alla nuca da parte della maestra fu come un’esplosione per me essendo inaspettato e cercai di non piangere, ma mi si velarono gli occhi e due lacrime scesero lentamente.

Dei giorni successivi non ricordo nulla, forse il mio inconscio si rifiuta di ricordare e forse non rendevo per rifiuto pur sapendo scrivere e leggere da un anno prima.

Fatto sta che mia madre fu convocata ed io con lei, lo studio della direttrice era davvero da incubo e in due mi fissavano con poca cordialità.
Mi chiesero di scrivere ed io obbedii prontamente, scrivendo in bella grafia, una frase del tipo :
“Vado a casa”.
La mia maestra si butto fulminea indicando il mio foglio:
“Ecco! Vede? Ha scritto la a e la c senza mettere la gambetta iniziale!”

Mia madre era ed è una tipa di carattere e rimase scandalizzata ma, prima che loro aggiunggessero altro, chiese l’autorizzazione che lasciassi quella scuola.
Tornando a casa bestemmiava ed io ero felice invece
“Mamma, non fa niente”

Mi portò alla scuola del mio rione ridente e arioso, mi presento alla maestra cui raccontò tutto...io la fissavo timidamente dal basso stringendo la mano di mia madre. Lei mi sorrise e mi accolse abbracciandomi affettuosamente a lungo per farmi superare la diffidenza.

Era davvero un'anima stupenda che cambiò la mia vita: dolce ma inflessibile ed esigente, diventai il primo della classe primeggiando in tutte le materie.
Il mio curriculm scolastico fu sempre ottimo sino ad arrivare a 60/60 alla maturità e fino ad allora, ogni anno, non ero mai mancato ad andare a salutare la mia maestra, la mia maestra.
Bussavo ed entravo in classe, i bambini mi guardavano sorpresi e incuriositi.
“Posso?”
“Bambini…questo è un mio alunno ed è venuto a trovarmi!”

Nel 1990, dopo più di 25 anni rividi la suora dello schiaffo. Ovviamente non mi riconobbe e mi divertiva il rispetto che mi portava nel parlarmi e rimasi asciutto quando prese mio figlio in braccio (nel frattempo la scuola era diventata un asilo e mia moglie voleva mettere li mio figlio essendo il più vicino).
Mio figlio non fu preso perché aveva solo 3 anni e sicuramente non l’avrei mandato avendoci trovato proprio lei, ma non avevo odio…anzi, mi sentii soddisfatto di aver superato quell’esperienza che avrebbe potuto segnarmi.
Da quel giorno non odio più le suore, l’ho giudicato una prova della mia vita.
Superata.
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