CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

L'amore per la lettura non può che generare amore per lo scrivere
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Darkman
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CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Darkman »

CARO AMICO DÌ PIUMA E DÌ PENNA
Negli anni ’70 non esisteva Internet e gli sms, telefonare era costoso specialmente all’estero. Il mezzo di comunicazione più economico e diffuso era ancora la lettera via posta.

Correva l’anno 1977, frequentavo l’ultimo di Ragioneria e nel settimanale di Topolino vi era all’interno una rubrica di 2-3 pagine molto seguita: “Amici di penna e piuma”.
Molti ricorderanno che vi pubblicavano le foto di tanti piccoli lettori, dediche di compleanni e vi erano richieste di corrispondenza sia dall'Italia sia dall’estero, non ci sfiorava l’idea che dietro potessero esserci pedofili o altro.

L’estero da sempre mi ha affascinato (tutt’oggi mi diletto a visitare siti non italiani e mi piacciono i documentari su altre nazioni) e ogni settimana, in quella rubrica cercavo qualcosa che m’interessasse.
La mia attenzione fu attratta da una richiesta di corrispondenza in italiano proveniente dall’Ungheria.
Quella nazione dell’Est Europeo mi aveva sempre incuriosito, la vedevo in mezzo tra due mondi e non sapevo assolutamente niente di quel popolo, spesso rimanevo a fissarla sulla grande carta geografica europea appesa in classe alle spalle dei miei professori a scuola.

Decisi di scriverle riempiendo con cura 2-3 pagine e ricordo come mi sentii importante a chiedere a un tabaccaio quanti francobolli dovessi apporre sula busta: discutemmo se scrivere l’internazionale Hungary o Magiaroski in lingua ungherese e alla fine preferimmo Ungheria (se non altro per evitare di seminare perplessità agli italici impiegati postali sull’esatta destinazione).

Passarono settimane e assorbito, com’ero in quell’anno dell’imminente maturità, mi scordai del tutto di quella lettera.
Sino a quando arrivò una busta azzurrina, con un francobollo ungherese, l’etichetta “By air mail” e rimasi a osservare incantato il mio nome e cognome ben scritti con una grafia stilizzata circolare che avrei riconosciuto a colpo per anni.

La girai per leggere il mittente. La prima sorpresa: non era il nome e la città che mi aspettavo…sempre più incuriosito, aprii labusta e sfilai la lettera.
“ Dear Luigi,
Don’t to be surprised you to read me”


In Inglese?? Ma cosa era successo mai?

“My friend Alina has received so many letters and she could not answer to everybody, so has passed me your letter; you have written that you know the English language...it is not true?”

Tutto chiaro e continuai leggere che frequentava una scuola superiore e abitava in un piccolo paesino ai confini della Russia (presi l’atlante e stentai a rintracciarlo per quanto era piccolo).
La lettera era scritta con una grafia ordinatissima e ben curata, con un ottimo inglese (come seconda lingua obbligatoria studiava il russo) e scriveva con uno stile dolcissimo che mi affascinò. Vi era anche una nota malinconica: suo padre, un medico, era morto e viveva con sua madre che faceva l’infermiera.
“I have never seen the sea” concluse chiedendomi se volessi corrispondere con lei.

Sospirai…non mi è stato mai facile scrivere ed esprimermi in una lingua che non fosse la mia, ma presi il piccolo dizionarietto d’inglese che mi accompagnò per anni, carta e penna decidendo di risponderle.

Una corrispondenza durata ben 4 anni, dal 1978 al 1982.

Ai ragazzi d’oggi forse è difficile trasmettere l’emozione di quando ricevevo le sue lettere aprendo la cassetta postale: era come entrare in un altro mondo, nel mondo di una coetanea lontana che viveva in una realtà molto diversa da quella dorata occidentale, indietro di alcuni anni per l’isolamento comunista ma le idee, i modi di pensare, le aspirazioni e i gusti d’ogni genere non erano dissimili dai nostri.

Ammirava molto la musica e il cinema italiano, molto seguiti all’Est europeo, politicamente e socialmente intuivo che avevano una certa autonomia (le mie lettere le sono arrivate tutte) ed era una ragazza determinata: voleva andare all’università per un futuro migliore.

Quando m’iscrissi all’Università di Bari, dopo il diploma, le raccontavo le mie esperienze di tutti i giorni e lo stesso faceva lei, tanti piccoli episodi della sua terra che mi affascinavano e lei chiedeva tantissimo sull’Italia.

Nell’Ottobre del ’79 iniziai a lavorare, sempre a Bari e volli realizzare un pensiero cui tenevo. Andai in un buon negozio di abbigliamento del centro di Bari (Ghita Ricci, non so se Francesco lo ricorda) e mi misi a scegliere un bel pullover di lana.
La titolare mi chiedeva insistentemente se sapessi la taglia della ragazza cui stavo regalando il capo.
“Non l’ho mai vista, so che è alta un metro e settanta, quindi penso abbia una taglia media, mi dia possibilmente una misura unica”.
Lei e le commesse rimasero a bocca aperta guardandomi come se fossi un po’ matto, scelsi uno multicolore bellissimo a collo alto, pagai le 30.000 lire di allora e uscii con la busta.
Il mio compagno di stanza nella pensione commentò sardonico:
“Trentamila lire per una ragazza mai vista…”

La sera dopo spedii il pacco chiedendomi se sarebbe mai arrivato.

Dopo settimane arrivò una sua lettera, esitai e infine lo aprii:

“Dear Luigi,
many, many, many thanks for your beautiful gift…”


Sorrisi…il pacco aveva superato la cortina di ferro e aveva reso felice una ragazza: il suo regalo per I suoi 18 anni (anche se non era prorio in quel periodo), era arrivato. Cercai di immaginare la scena mentre lo apriva incuriosita e la luce dei suoi occhi nel scoprire il contenuto.

Mi mandò una sua foto che conservo tuttora con grande cura: una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri e una carnagione bianchissima, una maglietta alla marinara e al collo una collanina con una crocetta. Mi volle mandare piccoli regali per ricambiare: un 45 giri di un complesso tra i suoi preferiti e vari opuscoli ed oggettini della sua terra.

Conducevo una vita parallela. La sera, dopo il lavoro e lo studio, quando non uscivo con amici o andavo a teatro, prendevo carta e penna per scriverle e mi sentivo meno solo in quella metropoli del sud.
Fece una gita a Budapest con la sua scuola e mi mandò una cartolina. Cosa mi sembrava l’averla ricevuta dalla sua capitale e che mi avesse pensato.
Quando si diplomò, mi raccontò con dovizia di particolari la cerimonia di fine anno all’americana, con consegna del diploma in pubblico e successiva festa.

Dopo l’estate mi scrisse malinconicamente: doveva sostenere un test d’ingresso per entrare all’università, sognava di diventare un architetto. Se non fosse riuscita, sarebbe andata a lavorare come operaia.

Attesi l’esito e quando ricevetti la sua risposta, la lettera sprizzava gioia dai fogli: ce l’aveva fatta! Avrebbe lasciato la sua piccola cittadina e si sarebbe stabilita nella movimentata Decebren.

Da allora le sue lettere si diradarono sempre di più, spesso erano bollettini di numerosi esami sostenuti con successo (era davvero in gamba) ed ogni volta mi pregava di scusarla e di scriverle.
Raccontava che nella sua pensione studiavano sino a notte fonda (la sua palazzina era l’unica illuminata dopo una certa ora) e l’unica concessione era la discoteca il sabato sera.

Nell’82 non mi rispose più dopo la mia ultima lettera, capii che era finito un ciclo e sarebbe stata una forzatura da parte mia pretendere di continuasse a scrivermi…i motivi erano intuibili.
Conservai con tristezza il mio piccolo Zingarelli nel cassetto e non acquistai più altre buste e carta da lettera, era un addio alla mia cara amica che doveva continuare la sua strada.
Tutte le lettere, le foto e gli oggetti della nostra corrispondenza sono conservati in un cassetto nella mia casa paterna, sempre al loro posto di sempre…non volevo buttare tutto in una scatola e conservare in un ripostiglio.

Molti di voi si chiederanno il perché non fossi andato a trovarla, forse la vita avrebbe avuto un corso diverso, non saprei.
Il problema era che si trovava in un paese comunista e abitava in un piccolo centro piuttosto lontano, ai confini con la Russia: era rischioso e avrebbe destato sospetti andare in una meta non turistica, nessun amico voleva accompagnarmi, si decidevano altre mete. Peraltro, per pudore o altro, lei non mi ha mai incoraggiato a raggiungerla pur sapendo che intendevo farlo, comprai e tengo tuttora una grammatica di lingua ungherese, procuratami da un mio zio dall’università Orientale di Napoli.
Nell’81 andai in Austria e capitai ai confini ungheresi, mi feci scattare una foto con alle spalle le torri di guardia, mi sentii un pochino in colpa essere a due passi da lei, le mandai 2-3 cartoline da Vienna e dal Wachau.
Qualunque notizia su quel Paese m’interessava e m’interessa tuttora e il pensiero ricorreva sempre a lei e, quando la nazionale italiana di calcio andava a giocare a Budapest, mi chiedevo se anche lei mi pensasse.

L’anno dopo l’ultima lettera conobbi la mia dolce metà e mi sposai nell’86. I figli, il lavoro e tanti impegni mi assorbirono totalmente e gli anni sono passati velocemente senza accorgemene, sfuggendomi tra le dita come se tentassi di trattenere invano l’acqua.

Adesso i miei figli sono grandi, ho realizzato tanti piccoli e grandi traguardi e mi sono fermato per guardarmi indietro. Ho capito che la vita mi era passata davanti troppo velocemente pensando alla famiglia, al lavoro, alle convenienze ed era il momento di recuperare parte di me stesso: i vecchi amici, le mie piccole passioni di una volta.
Grazie a Facebook ho ritrovato alcuni compagni di scuola e amici d’infanzia, ci siamo rivisti con qualche capello grigio in più forse, ma con un entusiasmo unico e tante cose da dirci, come se il tempo avesse solo dato un piacere maggiore nel rincontrarci.
Io ho raccontato loro di altri nuovi amici carissimi che ho conosciuto in questi anni: gli amici di SOSPC.

E da un paio di anni, volevo conoscere sue notizie…Se è felice e realizzata.

Buttavo su Google il suo nome, niente…erano ricerche vane e non mi azzardavo a scriverle, non sapevo come avrebbe interpretato farmi vivo come un fantasma dopo 25 anni.

Poco più di un anno fa trovai in rete un elenco telefonico internazionale. Selezionai l’Ungheria, cercai nel suo paese, niente. Tentai Decebren e sbarrai gli occhi per la sorpresa: vi era uno studio a suo nome… aveva realizzato il suo sogno di diventare architetto e nella sua città universitaria!!!

Rimasi a fissare il monitor a lungo, non mi sembrava vero; annotai subito l’indirizzo e il numero di telefono, quella notte stentai a prendere sonno.

Da allora mi sono iscritto anche a Facebook e su varie community nella speranza di un contatto più naturale: come fai a contattare una persona a viva voce dopo 25 anni senza spaventarla o irritarla? O mandare una lettera senza avere la matematica certezza che fosse lei? Le reazioni potevano essere le più disparate e non volevo rischiare di distruggere il buon ricordo di me.

Ogni tanto leggo quel numero sul cellulare, tentato di chiamarla e quell’indirizzo pensando di scriverle. Puntualmente tutte le volte mi trattengo e mi contento di pensare che l’ho ritrovata e che abbia realizzato il suo sogno.
Forse non è lei, ma mi piace vivere in questa illusione.

Credete che mi sia svanita la mia passione di scrivere all’estero in inglese?
Nella ricerca delle sue tracce in vari blogs, ho ricominciato a scrivere e a scambiare opinioni con gente della Germania, Vietnam, Thailandia, Svezia…l’emozione di aprire la casella di posta (elettronica adesso: siamo in altra era) e trovare una mail in inglese con piccole frasi tipo Guten Morgen, mi fa tornare indietro di anni e ho scoperto altri amici. In particolare un’amica tedesca che, discutendo di cinema, mi ha fatto scoprire quanto sia inadatto chiamare le persone con l’appellativo di “Tedeschi”: sono precisi, chiedono chiarezza, ma una volta entrati nei loro cuori sono di una sensibilità unica.
Nel cercare un’amica, ne ho trovato un’altra e non è l’unica, spero di trovarne altri ancora.
L’ho invitata qui a SOSPC, ma purtroppo la mancata conoscenza della nostra lingue è stato un ostacolo insormontabile, spero che in un futuro non molto lontano sia agevole a tutti scrivere in inglese, creare comunità virtuali di tutte le razze e lingue.

La passione continua anche a 50 anni…
A essere giovani s'impara da vecchi.
Pablo Picasso
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Darkman
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Darkman »

Bene.....la mia cara amica l'ho ritrovata!!!

Gentile e intelligente come allora e il tempo sembra non essere passato.
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da xblastx »

Wow Luigi
Ho letto con molto piacere questa tue righe, mi hai fatto tornare indietro nel tempo ......
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Darkman »

Grazie Andrea Se nel 2020, come spero, vado in esodo mi piacerebbe riprendere a scrivere racconti. Il phpBB e il fantacalcio hanno monopolizzato il mio tempo libero al PC.
La mia amica Emese la trovi sui miei amici FB, ce ne sono 2, lei é la bruma.
Due perché una non era lei, mi ha accettato l'amicizia e l'abbiamo mantenuta.

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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Efisio »

Cosa vuolo dire "vado in esodo"?
Lasci l'Egitto con Mosè?
Questi sono i miei principi, e se non vi piacciono... beh, ne ho altri.
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Darkman »

Efisio ha scritto:Cosa vuolo dire "vado in esodo"?
Lasci l'Egitto con Mosè?
ImmagineImmagineImmagine
Come saprai il nostro contratto prevede uscite anticipate verso la pensione con riduzione dello stipendio ma versamento dei contributi Fino all'età pensionabile. Possibile nei 5 anni precedenti Alla maturazione della pensione, Io dovrei andare in pensione dicembre 2022.
Bella la battuta perché da piccolo per la radio avevo il nickname Mosè

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@da
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da @da »

Bellissima storia Luigi , i tuoi racconti invitano a leggere .


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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Efisio »

Stai quindi parlando di un prepensionamento...
...ed io che avevo pensato ad un esodo verso... "altri stadi della coscienza" scok
Questi sono i miei principi, e se non vi piacciono... beh, ne ho altri.
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da Darkman »

Efisio ha scritto:Stai quindi parlando di un prepensionamento...
...ed io che avevo pensato ad un esodo verso... "altri stadi della coscienza" scok
Sono un comune allineato... Non passerò alla Storia

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spiderman
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Re: CARO AMICO DI PIUMA E DI PENNA

Messaggio da spiderman »

Ho cominciato a leggere per vedere quale fosse l'argomento ... ho voluto leggere fino alla fine .... bravo Luigi e vai
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